
La lana è una fibra naturale di origine proteica ottenuta come fibra tessile della lavorazione del vello delle pecore o dal pelo del mantello di altri animali quali capre, cammelli, lama, vigonia, ecc.
Nel XVII secolo la lana costituiva il 78% della produzione complessiva di fibre tessili mentre il consumo attuale della lana è pari solo al 6% del consumo percentuale mondiale delle fibre artificiali e sintetiche (47%). Le caratteristiche di coibenza, il potere di regolare il passaggio di umidità tra corpo umano e ambiente esterno, ne fanno una fibra importante nella confezione di indumenti invernali, di coperte, di tappeti. Con l’introduzione delle fibre artificiali, la lana ha trovato molta concorrenza nei settori tessili di sua tipica pertinenza, lo svantaggio nasce dal costo elevato di produzione, la tendenza alla feltratura con conseguente ritiro al lavaggio, la tendenza all’ingiallimento e il notevole peso specifico.
Attualmente, la produzione di lana in Europa e negli Stati Uniti è in costante declino, al contrario, si stanno sviluppando gli allevamenti australiani, dell’America meridionale e quelli del Sud Africa; comunque, una delle lane più famose rimane quella delle pecore merinos, razza tipica delle zone montuose della Spagna.
L’animale viene generalmente tosato in primavera, l’operazione si effettuava un tempo solo a mano, ora si preferisce la tosatura a macchina, più veloce e radicale: un solo uomo può giungere alla tosatura di 90 capi al giorno. La lana della prima tosatura è più fine rispetto a quella che si ricaverà successivamente dall’animale, la prima tosatura dà luogo a lane agnella e le successive alle lane madre; la parte del vello che corrisponde alle spalle ed ai fianchi dell’animale è più pregiata per finezza, lunghezza e morbidezza rispetto a quella che si ricava dalle altre parti del corpo dell’animale.
Le caratteristiche geometriche della fibra variano notevolmente: per il diametro da 12 a 80 micron, per la lunghezza da meno di 80 mm per la lana da carda, a 200-250 mm per la lana da pettine; le impurità sono una elevata percentuale della lana sudicia, ecco un’analisi delle percentuali: il 31% di fibra di lana, il 10% di grassi, il 33% di sudiciume emesso dalle ghiandole sudoripare, il 26% di sostanze terrose; la miscela di grasso e sudiciume fornisce una materia prima per le industrie farmaceutiche e cosmetiche, il prodotto della raffinazione del grasso di lana è la lanolina.
Nella lavorazione della lana il vello della pecora è formato da ciocche tenute insieme dal grasso, in questa fase può essere arrotolato, formando balle dal peso di 120-150 kg ciascuna; queste vengono divise in base alle provenienze per poi passare all’assortimento, cercando di creare masse di lana il più omogenee possibile per finezza e lunghezza; segue poi la battitura per aprire le ciocche di lana, quindi il lavaggio tramite una batteria di vasche; per l’essicamento si utilizzano appositi cassoni riscaldati e ventilati per poi effettuare l’oliatura che serve a favorire lo scorrimento tra le fibre nelle operazioni di filatura.
Queste ultime iniziano con la cardatura per ottenere gli stoppini che vengono passati nella riunitrice, e quindi agli stiratoi che rendono le fibre parallele; la pettinatura, che viene effettuata con pettinatrici rettilinee o circolari e fornisce il nastro pettinato per poi passare alla filatura vera e propria.
Esiste anche la filatura cardata, che inizia con il mescolamento di lane sudice corte con i cascami provenienti dalle lavorazioni di pettinatura, filatura, orlatura e tessitura, il tutto passa alla carbonizzazione per eliminare le parti vegetali e lavatura per ottenere una massa fibrosa discretamente pulita; seguono anche in questa lavorazione, operazioni di oliatura e mescola, ottenute con battitoi e quindi si passa alla cardatura che viene effettuata per mezzo di tre carde, dove il vello passa per ottenere una migliore parallelizzazione delle fibre; nell’ultima carda, il vello viene tagliato a strisce e stropicciato con i frottatori, la filatura è qui rappresentata dal solo filatoio, sia intermittente (o selfacting) oppure continuo o ad anello.
Per Carreum Potentia, Franco Mazzone
Bibliografia: Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (EST), vol. VII, Mondadori 1970.